Sono gli Yaràkä i vincitori del Premio Alberto Cesa nell’ambito del festival FolkEst 2023 che si è tenuto dall’1 al 3 luglio a San Daniele del Friuli (Ud). La band tarantina è stata premiata come rivelazione del concorso giunto alla 19esima edizione e che ha visto la candidatura di oltre 160 progetti.
Il mese di luglio non poteva iniziare in modo migliore per gli Yaràkä che vedono il loro nuovo album “Curannera”, pubblicato dalla label Zero Nove Nove, al quarto posto tra le migliori produzione discografiche nella World Music Europe Charts e al 24esimo posto nella Transglobal World Music Chart, due classifiche, tanto prestigiose quanto ambite, stilate da alcuni dei più influenti giornalisti, critici e programmatori radiofonici specializzati in musiche del mondo.
Questi riconoscimenti vanno a consolidare il percorso di crescita dell’ensemble che il 28 aprile scorso ha pubblicato l’album “Curannera”, presentato in anteprima al Mysterium Festival di Taranto e poi da Roma a Napoli passando per le provincie pugliesi e fino al Pisa Folk Festival. In giugno inoltre una mini tournée di 3 concerti in Portogallo realizzati con il sostegno di Puglia Sounds Export 2023, operazione finanziata a valere su Fsc 2014-2020, azioni di valorizzazione della cultura e della creatività territoriale – turismo.
L’ensemble formato da Gianni Sciambarruto, Virginia Pavone e Simone Carrino, coglie l’occasione di questi importanti riconoscimenti per annunciare alcune tappe del tour estivo: il trio si esibirà il 5 agosto a Roma per l’Aniene festival, il 6 agosto a San Marzano di San Giuseppe (Ta) per il Med Festival, il 12 agosto a Caprarola (Viterbo) per il festival “Di Voci e di Suoni”, il 20 agosto a Pisticci (Mt) per Argojazz, il 3 settembre nell’atrio del Castello di Mesagne (Br). La tournée internazionale proseguirà poi in ottobre con una tournée che farà tappa in Spagna, Francia e Portogallo.
“La Curannera (in dialetto tarantino Curannérə) nel contesto popolare era la guaritrice, una donna del popolo che esercitava medicina popolare in grado di guarire dal mal di gola al mal di testa, dalle lussazioni alla irregolarità delle fasi biologiche della donne, attraverso pratiche di vario tipo e ricorrendo, contemporaneamente e con gran frequenza, alla scienza naturale attraverso l’utilizzo di erbe, pietre e amuleti. La Curannera in pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire i mali del corpo e della mente, per questo diviene la musa ispiratrice degli Yarákä: “per noi rappresenta il ponte perfetto tra sacro e profano, e tra culture apparentemente lontane” racconta Gianni Sciambarruto per introdurre al percorso di ricerca e scrittura affrontato dal trio tarantino nel nuovo lavoro discografico pubblicato lo scorso 28 aprile per l’etichetta discografica Zero Nove Nove.
Il repertorio degli Yarákä è intriso di ritualità: in ciascun brano si racconta l’esorcizzazione di un male dell’anima o di una paura che blocca il fluire delle energie e che trova la cura attraverso un canto ancestrale, come avviene nelle altre tradizioni del sud America. L’importanza della “Curandera“, colei che ha imparato a prendersi cura di se stessa e degli altri, evidenzia una connessione con il mondo sciamanico nel quale esiste la figura di una donna, spesso di origine andina, che ha la stessa funzione: una presenza che vive a contatto con la terra, che rispetta le forze della natura, che a loro volta rispettano lei nella sua integrità di spirito.
L’album Curannera – prodotto dalla label Zero Nove Nove e distribuito nelle piattaforme digitali da Believe, distribuzione fisica in Italia con Self e in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi con Xango Music – è stato registrato, mixato e masterizzato da Mimmo Galloppa presso il Perfect Waves Studio; lo shooting fotografico è stato realizzato da Valentina Pavone, il bodypainting da Alessandro Matassa, mentre Giulio Rugge ha curato l’artwork.