Il Mare è Culla e Tempesta. La Natura maltrattata dall’uomo e mai arrendevole è Culla e Tempesta. I Bambini, vere vittime di questi tempi oscuri, che soffrono senza capirne il motivo ma che inesorabili cercano la gioia di vivere, sono Culla e Tempesta.
Da venerdì 19 aprile è fuori “Culla e Tempesta”, il nuovo album delle Faraualla: 14 brani parlano di poesia e violenza, divertimento e sacrificio, guerra e resistenza, favole e dura realtà.
Dal Mare tornano a emergere le voci di questo quartetto che per tre decenni ci ha accompagnato lungo viaggi indimenticabili, nuotando tra le espressioni vocali di etnie ed epoche storiche differenti. Per Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Maristella Schiavone e Loredana Savino il punto di partenza di ogni composizione è una suggestione, un’immagine, un sentimento, descritti attraverso l’immediatezza espressiva della voce.
Infinite sono le possibilità di combinazione dei colori vocali, delle note e degli intrecci ritmici. Nel momento creativo una nota chiama quella successiva, un suono si definisce grazie a quello che accade dopo, un accordo può essere bello o brutto o debole o forte a seconda dell’accordo o della pausa che seguirà. E così, mentre si scrive, la trama di una composizione prende corpo momento per momento, fino a perdere il senso del concetto di partenza, per vivere solo di impressioni sonore.
Eppure alla fine tutto torna, un filo logico unisce un brano all’altro e nella propria musica si ritrovano le letture amate, gli studi, gli amori e le proteste, i disagi e il senso di appartenenza.
È quello che succede in questo disco. 14 tracce, così diverse tra loro, cover e brani originali, testi in italiano, in dialetto, in inglese e poi, ancora una volta come nei lavori precedenti, in lingue inventate e sillabe sonore. Tutto confluisce nelle due parole che danno il titolo al disco: Culla e Tempesta.
Alcuni di questi brani sono nati per spettacoli teatrali, altri da fortunate collaborazioni con grandi musicisti, altri ancora da un puro divertimento.
Se nei precedenti lavori ogni suono scavava per cercare risposte sull’origine della voce, Culla e Tempesta mostra l’assenza di confini che connota questo straordinario strumento. Nasce da qui la voglia di sperimentare ancora e di giocare con i suoni, raccogliendo suggestioni, immagini, sentimenti, spinte dall’impulso creativo a muoversi attraverso l’immediatezza espressiva della voce. Dal cerchio sonoro della polifonia delle Faraualla emerge una sintesi vocale luminosa e libera da etichette.
La Puglia, per secoli terra d’incontro e di passaggio di popoli, è da sempre presente nel suono del quartetto vocale barese. Oggi si parte dal mare e si ritorna sempre lì, a Faraualla, in questa profonda e misteriosa cavità carsica nel cuore della Murgia barese.