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MARIA MAZZOTTA

La sua interpretazione intensa e profonda è per lo spettatore un’esperienza rara e preziosa e ha reso Maria Mazzotta una delle voci più apprezzate del panorama della world music europea. Spaziando con naturalezza dalle sonorità del Sud Italia alle cadenze balcaniche, il repertorio proposto dalla Mazzotta è frutto di ricerche meticolose ed estremo rispetto per le varie culture che lo compongono, con particolare riguardo per le caratteristiche vocali di ogni tradizione musicale.

Nel 2024 presenta dal vivo un nuovo progetto live in trio: con lei sul palco ci sono il chitarrista Ernesto Nobili e il percussionista Cristiano Della Monica, due personalità eclettiche con le quali sta incidendo un nuovo lavoro discografico che vedrà la luce a febbraio 2024. Le sonorità elettriche del post rock incontrano l’interpretazione viscerale di Maria Mazzotta creando un connubio originale e profondo.

La ricerca di questo sound ha radici nel passato, nasce dagli ascolti dell’adolescenza e dalla passione per un genere musicale che per anni la cantante pugliese ha pensato non potesse entrare a far parte della sua produzione discografica. Dal gennaio 2020, anno che ha segnato il suo esordio solista con la pubblicazione dell’album “Amoreamaro”, non si è mai fermata e ha macinato migliaia di chilometri esibendosi in oltre 150 concerti in più di 25 Paesi. Il nuovo spettacolo è il risultato di tutto questo viaggiare, degli incontri e delle influenze, delle emozioni e delle riflessioni sulla società moderna.

Per la prima volta nel suo percorso di carriera ventennale Maria Mazzotta sceglie di esprimere la forza vitale e schietta della tradizione contadina attraverso strumenti contemporanei e dal suono suburbano.

La consapevolezza di potersi spingere verso l’espressione vera del proprio vivere la musica popolare, con coraggio e libertà, quelli di una donna che viaggia tra le grandi capitali europee come Parigi e Barcellona fino alle grandi metropoli mondiali come Jakarta e Bogotà portando se stessa sul palco, accompagnata tanto dalle proprie fragilità che dalla propria forza. Il nuovo sound, intriso della potenza espressiva della chitarra elettrica di Ernesto Nobili con la sua personale ricerca effettistica, e delle molteplici percussioni di Cristiano Della Monica, contiene e porta con sé le tracce di queste metropoli pur conservando le radici profonde e ben salde nel terreno della tradizione del Sud Italia.

Il trio formato da Maria Mazzotta e i due musicisti napoletani si è sin da subito confrontato con la scrittura di nuovi brani oltre che con il riarrangiamento del repertorio che appartiene alla tradizione e alla cultura del Sud Italia. Ci sono inoltre alcuni omaggi a figure importanti nel percorso artistico della cantante salentina: con “Terra ca nun senti” a Rosa Balistreri, pilastro della cultura popolare italiana, che rappresenta per la Mazzotta un esempio di virtù, coraggio e potenza sia sul palco che nella vita privata; con “Marinaresca” un tributo al grande Maestro Roberto De Simone e alla sua fondamentale ricerca musicale che ha permesso al grande pubblico di avvicinarsi alla musica tradizionale.

Il concerto di Maria Mazzotta è uno spettacolo da vivere in pieno lasciandosi accompagnare e guidare da un’interprete unica.

Maria Mazzotta è inoltre disponibile in tour con lo spettacolo “Amoreamaro“, titolo del suo album d’esordio solista. Pubblicato nel gennaio 2020 da Agualoca Records, la Mazzotta realizza oltre 150 concerti in più di 25 Paesi Europei, esibendosi in prestigiose sale e festival: dal Theatre de Ville di Parigi alla National Opera and Ballet di Skopje per l’OFFest, dal Womex 2021 di Porto al Kulturhaus ORF di Vienna, dal Müpa di Budapest a La Citè de la Musique di Marsiglia, Viljandi Folk Festival in Estonia, Radio France Festival di Montpellier, Folk Holidays in Repubblica Ceca, FITS in Romania, Todo Mundo in Serbia, ecc. Nel marzo 2023 inoltre la prima tournèe in America Latina facendo tappa in Colombia e Ecuador.

L’album ha ottenuto un grande riscontro dal pubblico e dalla critica musicale. Il 2020 ha visto Maria Mazzotta tra i cinque finalisti delle Targhe Tenco nella sezione “Interprete di canzoni”; si classifica al nr. 8 (tra 708 nominati) tra i migliori dischi dell’anno nella World Music Chart Europe e al nr.9 della Transglobal World Music Chart, charts internazionali stilate da esperti giornalisti di settore; finalista al Premio Parodi dove riceve la sezione della giuria internazionale; si classifica al terzo posto al Premio Nazionale Città di Loano; selezionata per lo showcase al Womex 2021 (Porto/Portogallo), all’International Kulturbörse di Friburgo (Germania), alla Fira Mediterrania de Manresa (Spagna) e al MusiConnect (Pistoia); finalista per il Preis der Deutschen Schallplatten Kritik (Germania) e per il FolkHerbst (Germania).

English

An intense and passionate reflection, from a female point of view, on the various faces of love: from the biggest love to the most desperate and very tender one, and from the type that becomes unhealthy to the one that is possessive and abusive. This is “Amoreamaro” (Bitter Love), the new album by Maria Mazzotta, one of the most emblematic musical personalities of Southern Italy. Previously with the “Canzoniere Grecanico Salentino” band, Mazzotta has gone on to become one of the most appreciated voices on the European world music scene.

Ten tracks in all, two of which are unpublished, that fearlessly pass through all the emotions that this feeling can arouse, with the song as a vehicle for catharsis, consolation, strength, and as a “cure”, which is so very typical of popular tradition. They range from little ditties to traditional songs rearranged and enriched with new sounds and words, up to the milestones that paved the way of the great Italian song like “Lu pisci Spada” (“The Swordfish”) by Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” (“I Don’t Like You Anymore”) made successful by Gabriella Ferri, and “Rosa canta e cunta” (“Rosa Sings and Recounts”) by the great Sicilian singer-songwriter Rosa Balistreri.

But the heart of the album can be found in the two unpublished works sung in the dialect of the Salento area: “Nu me lassare” (“Don’t Leave Me”), a painful ballad dedicated to love, an imploring lament to those who no longer exist; and the title track “Amoreamaro” – in the pizzica music style, which is also a dance – there is a rhythm traditionally played for healing the “tarantolate” (women who were supposedly bitten by a tarantula spider which was once thought to cause a form of hysteric behavior) which ideally aims to heal a sick world.

The album was released on January 10th 2020 on Agualoca Records. The illustration on the cover is an exclusive work by Simone Lomartire. Graphics are by Giulio Rugge.

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Français

Amoreamaro” (Amour Amer), le nouvel album de Maria Mazzotta, l’une des personnalités musicales les plus emblématiques du sud de l’Italieest une réflexion intense et passionnée, d’un point de vue féminin, sur les différents visages de l’amour traitant de l’amour passionnel, tantôt tendre ou désespéré, et des personnalités destructrices que l’on peut rencontrer.  Auparavant avec le groupe «Canzoniere Grecanico Salentino», Maria Mazzotta est devenue l’une des voix les plus appréciées de la scène musicale européenne.

Ces dix morceaux traversent sans crainte toutes les émotions que ce sentiment peut susciter, le chant servant de véhicule à la catharsis, de consolation, de force et de «remède», évocation si typique de la tradition populaire des Pouilles. Des chansons populaires aux morceaux traditionnelles réarrangées et enrichies de nouveaux sons et mots, jusqu’aux jalons qui ont ouvert la voie à la grande chanson italienne comme “Lu pisci Spada” (L’espadon) de Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più”(Je ne t’aime plus) de Gabriella Ferri et “Rosa canta e cunta” (Rosa chante et raconte) de la grande artiste sicilienne Rosa Balistreri.

Le cœur de l’album réside dans les deux compositions de Maria chantées dans le dialecte de la région du Salento: «Nu me lassare» (Ne me quitte pas), et «Amoreamaro» qui donne son titre à l’album, dans le style de musique pizzica, qui est aussi une danse. La pizzica est traditionnellement jouée pour guérir, lors des tarentelles, véritable musique de transes.

L’album a été publié le 10 Janvier 2020 sur Agualoca Records. Illustration: Simone Lomartire. Graphisme: Giulio Rugge.

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Recensioni - Reviews

…”Nella grande fioritura di voci femminili della musica popolare salentina, quella di Maria Mazzotta è tra le più belle. Perchè della tradizione ha la forza e l’intensità, a cui aggiunge una tecnica e una consapevolezza che le permettono di controllare a piacimento l’emissione, di improvvisare, di operare scarti decisivi.
Lo dimostra ‘Scura maje’ vestita con la sensualità del tango e la disperazione del fado…Un’intensità da far venire la pelle d’oca”…

— Fabrizio Versienti — Corriere del Mezzogiorno

Son nouveau répertoire fait honneur à sa voix magnifique, rodée aux folles transes des Pouilles, comme aux passions balkaniques les plus déchirantes : passionnément romantique, gorgé de mélancolie autant que de folie, il provoque et enivre, aux frontières de la transe.
Il suo nuovo repertorio onora la sua magnifica voce, vissuta nelle trance pazze della Puglia, come nelle passioni balcaniche più strazianti: appassionatamente romantica, piena di malinconia quanto di follia, provoca e inebria, ai confini della trance.

— Anne Berthod — Telerama (Francia)

..«Amoreamaro di Maria Mazzotta è un disco dal potere eccezionale: ascoltandolo ti viene voglia di cantare, ballare, pensare, commuoverti. E ti viene voglia di gridare al mondo intero tutta la bellezza racchiusa dentro, espressa non attraverso chissà quali effetti speciali, ma semplicemente per mezzo di una voce accompagnata da una fisarmonica. La Mazzotta è dotata di un talento indecifrabile e prodigioso, un’anima vocale vera e popolare capace di elevarti e abbassarti, proprio come l’amore che lei canta, sentimento primordiale che ti porta in cielo a volare e un attimo dopo ti getta a terra nel fango. Contrasto che nutre il fuoco, l’ispirazione, la vita e che pervade l’intero album»…

— L’Isola che non c’era — Andrea Direnzo

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